PRIMA GIORNATA
Milano - martedì 21 ottobre 2014
(ore 9.00 – 13.00 / 14.30 - 18.00)
L’implementazione del Modello Organizzativo nella prospettiva della “prova liberatoria” dell’ente
- limiti del riferimento a Codice Etico, linee guida, protocolli, istruzioni operative, indicazioni semplificate e best practice
- Risk assessment: l’individuazione di un team operativo interno, la tecnica delle interviste o workshop e il criterio del “rischio accettabile”
- enucleazione di regole “generali” di condotta a valenza trasversale
- garanzia ex ante dei requisiti di autonomia, indipendenza, professionalità ed effettività dell'OdV
- importanza delle attività di formazione e informazione
Prof. Avv. Francesco Mucciarelli
I “vantaggi” del Modello Organizzativo per i “vertici” e per la “società”
- occasione per la formalizzazione di best practice e per l’effettiva promozione di una cultura della legalità d’impresa
- centralità del Modello Organizzativo nel D.Lgs. 231/2001 come criterio d’imputazione, di determinazione della sanzione, di esclusione delle sanzioni interdittive e della pubblicazione sentenza di condanna, di sospensione e revoca delle misure cautelari o di conversione delle sanzioni interdittive a seguito di condanna
- responsabilità dell’amministratore per mancata adozione e/o efficace attuazione del Modello Organizzativo (Trib. Milano, Sez. VIII civile, 13.02.2008, n. 1774)
- modelli di organizzazione e gestione come strumento di adempimento del controllo del datore di lavoro-delegante sul corretto espletamento delle funzioni da parte del delegato (ex artt. 16 e 30, D.Lgs. 81/2008)
- modelli organizzativi come condizione della stipula di convenzioni con enti territoriali, (es. Legge Regione Calabria n. 15/2008), dell’accreditamento al servizio sanitario (Deliberazioni Regione Lombardia IX/3856 del 25.07.2012 e IX/4533 del 19.12.2012) o per l’erogazione dei servizi e per la formazione professionale (Decreto Regione Lombardia n. 5808/2010)
- modelli come requisiti del rating di legalità (Regolamento AGCM)
Prof. Avv. Alberto Alessandri
La fisionomia dell’Organismo di Vigilanza tra prassi, linee guida e pronunce giurisprudenziali
- OdV come organismo (interno) dell’ente
- coincidenza con l’organo dirigente nelle imprese di piccole dimensioni ovvero con il collegio sindacale, il consiglio di sorveglianza e il comitato per il controllo della gestione tra previsioni normative ed esigenze di buon funzionamento
- esclusione di soggetti condannati per reati 231 anche non in via definitiva (ordinanza Trib. Napoli, GIP, 26 giugno 2007)
- criteri di scelta dei membri esterni: il divieto di remunerazione “variabile”
- tenuta della soluzione più diffusa: collegiale con presidente “esterno”
- responsabilità penale, extracontrattuale verso terzi e contrattuale verso l'ente dei membri dell’OdV: coperture assicurative e clausole di manleva
Avv. Iole Anna Savini
Le sanzioni e le misure cautelari per l’ente: un costo “da non sottovalutare”
- sanzioni pecuniarie per quota tra minimi e massimi edittali
- rischio di applicazione delle sanzioni interdittive e del commissariamento giudiziale
- sanzioni “reputazionali”: la pubblicazione della sentenza di condanna a spese dell’ente
- patteggiamento dell’ente e determinazione delle sanzioni
- esclusione del beneficio della sospensione condizionale della sanzione per l’ente
- “gravi indizi di colpevolezza” dell’ente quale presupposto per l’applicazione di misure interdittive e per il sequestro preventivo a carico dell’ente
- condotte riparatorie e adozione post factum del modello organizzativo tra strategie difensive e benefici cautelari
Dott. Sergio Spadaro
La confisca (anche per equivalente) del prezzo o del profitto del reato: l’anticipazione al momento del sequestro
- differenza tra confisca come “pena” ex art. 19 e confisca come misura “ripristinatoria” ex art. 6 D.Lgs. 231/2001
- differenza tra “prezzo” e “profitto” del reato e tra confisca diretta e per equivalente (anche alla luce della sentenza delle Sezioni Unite n. 30.01.2014, n. 10561 in tema di reati tributari)
- criteri di individuazione e quantificazione del “profitto” del reato come onere del giudice: il profitto come “beneficio patrimoniale aggiunto” direttamente derivante dalla commissione del reato e la distinzione tra profitto “lordo” e profitto “netto” (alla luce dei casi ILVA e Italease)
- differenza tra profitto del reato associativo e profitto dei reati scopo (alla luce del caso ILVA)
- sequestro del profitto alle persone fisiche e all’Ente: il principio di solidarietà alla luce delle ultime pronunce della Cassazione
Prof. Avv. Roberto Zannotti
SECONDA GIORNATA
Milano - mercoledì 22 ottobre 2014
(ore 9.00 – 13.00 / 14.30 - 18.00)
L’accertamento giudiziale dell’idoneità e dell’efficace attuazione dei Modelli Organizzativi
- requisiti di efficienza, specificità e dinamicità del Modello
- indicazioni di contenuto degli artt. 6 e 7, D.Lgs. 231/2001
- giudizio di idoneità ex ante: il valore delle perizie
- giudizio di idoneità del Modello post factum: la rilevanza dell’anamnesi
- valore dei Codici di comportamento di cui all’art. 6, comma 3, D.Lgs. 231/2001 e al DM 26.06.2003, n. 201 e delle linee guida di categoria nonché delle indicazioni semplificate della Commissione Consultiva Permanente per la salute e sicurezza presso il Ministero del 27.11.2013 (DM 13.02.2014 Min. Lav.)
Avv. Maurizio Arena
Il sistema disciplinare ex D.Lgs. 231/2001
- centralità del sistema disciplinare quale elemento del Modello Organizzativo (artt. 6 e 7, D.Lgs. 231/2001; art. 30, comma 4, D.Lgs. 81/2008; Circolare Min. Lav. 11.07.2011)
- tipicità di illeciti e sanzioni (ordinanza Gip Trib. Napoli, 26.07.2007)
- indicazioni desumibili dagli artt. 6 e 7, D.Lgs. 231/2001
- possibili limiti del richiamo alle sanzioni previste dallo Statuto dei Lavoratori o dal CCNL applicabile
- principi del sistema disciplinare: forma scritta, pubblicità, autonomia, proporzione, contestazione, contraddittorio, tempestività ed immediatezza, compatibilità con norme imperative
- sanzioni tipiche e atipiche (ammonizione orale, rimprovero scritto, multa, sospensione dal servizio o dalla retribuzione, licenziamento con o senza preavviso, revoca di incarichi o di poteri, diminuzione di compenso, congelamento di bonus, incentivi o stock options, etc.)
- funzioni di iniziativa, competenze all’accertamento dell’illecito e procedimento di applicazione delle sanzioni disciplinari
Avv. Daniele Piva
L’entità del profitto ex artt. 13 e 19, D.Lgs. n. 231/01
- profitto come “beneficio patrimoniale aggiunto” e “direttamente” derivante dalla commissione del reato-presupposto
- profitto “lordo” o profitto “netto” (Cass., Sez. Un., 2.07.2008, n. 26654)
- profitto nei “reati-contratto” e nei reati “in contratto”: truffe in sovvenzioni con riferimento ad appalti pubblici, project financing et similia
- esclusione di utilità future, prospettiche o virtuali
- profitto del reato associativo vs. profitto del reato fine alla luce del caso ILVA
- obbligo e criteri di quantificazione del profitto in sede cautelare
- sequestro del profitto e principio di solidarietà tra concorrenti
Prof. Avv. Nicola Pisani
Il procedimento contro l’ente
- annotazione dell’illecito amministrativo tra “obbligo” e “onere” della Procura
- richiamo alle norme del codice di procedura penale “in quanto compatibili” e applicazione all’ente delle disposizioni processuali relative all’indagato (prima) e all’imputato (poi)
- competenza del giudice penale e tendenziale riunione dei procedimenti
- notificazioni e contumacia dell’ente
- rappresentanza dell’ente, costituzione in giudizio, incompatibilità difensive e testimoniali
- informazione di garanzia, “contestazione” dell’illecito all’ente e archiviazione
- regime della prescrizione dell’illecito amministrativo da reato
Dott. Luigi Varanelli
Le questioni “in campo” tra presente e futuro della responsabilità dell’ente
- responsabilità ex D.Lgs. n. 231/2001 nei gruppi di società dopo la sentenza della Corte di Cassazione; Sez. V, 20.01.2011, n. 24583
- impatto nei Modelli Organizzativi della possibile introduzione nel D.Lgs. 231/2001 dell’autoriciclaggio e dei reati tributari
- delega di funzioni tra responsabilità individuali e responsabilità dell’ente
- esimente dell’elusione fraudolenta del Modello alla luce del caso Impregilo (Cass., Sez. V, 18.12.2013, n. 4677)
- D.Lgs. 231 e reati colposi (infortuni sul lavoro e reati ambientali) alla luce del caso Thyssen
- cumulo o meno del profitto della persona fisica e dell’ente ai fini del sequestro preventivo
- responsabilità dell’ente per il nuovo reato di corruzione tra privati
Prof. Avv. Enrico Mezzetti
QUESTION TIME
VALUTAZIONE DI CASI E QUESITI PROPOSTI DAI PARTECIPANTI
Al fine di consentire l'approfondimento di particolari profili giuridici ai temi oggetto del convegno, i Partecipanti interessati potranno formulare casi e quesiti specifici tramite invio preventivo a Convenia (all'indirizzo info@convenia.it). La Società sottoporrà la documentazione pervenuta al gruppo di Esperti coinvolti, i quali forniranno le loro approfondite valutazioni nell'ambito del convegno.
Ordinario di Diritto Penale
Università Bocconi, Milano
Studio Legale Societario Arena
Ordinario di
Diritto Penale
Università "Roma Tre"
Associato di
Diritto Penale
Università Bocconi, Milano
Associato di
Diritto Penale
Università di Teramo
Assegnista di Ricerca in
Diritto Penale
Università La Sapienza, Roma
Componente
Organismi di Vigilanza
Studio Legale Savini
Sostituto Procuratore della Repubblica
Tribunale di Milano
Giudice
Sezione Penale
Tribunale di Milano
Associato di
Diritto Penale
Libera Università Maria SS. Assunta, Roma
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